L'esposizione si propone di dare lucida dimostrazione degli accennati caratteri di straordinaria unicità della pittura prodotta a Venezia fra Quattrocento e Settecento.
Nel contempo, ha l'ambizione di tracciarne, almeno per sommi capi, il pluri-secolare sviluppo. Ciò, attraverso una calibrata successione di eloquenti esempi - i dipinti esposti - tutti significativi sia del preciso contesto culturale e storico che li vide nascere, sia della individuata personalità del pittore creatore.
Dunque, della pittura a Venezia le opere nel loro insieme restituiranno le caratteristiche basilari e costanti, illustrate in sequenza cronologica attraverso il loro chiaro legame con i diversi momenti storici, culturali, stilistici e di gusto via via attraversati.
Inoltre, considerati singolarmente, i dipinti - tutti selezionati col metro dell'alta qualità pittorica - proporranno ciascuno valori in sé significanti su diversi e spesso polivalenti piani: dal valore concettuale al documento storico-iconografico, fino alle conturbanti qualità più edonistiche della pittura.
Così, dal 'filo rosso' tracciato da tante affascinanti opere di ottimi artisti, spesso spiccheranno assoluti capolavori, realizzati dai sommi maestri che hanno reso universale grandezza e fama della pittura veneziana e, con essa, di Venezia stessa.

Il racconto si dipanerà dal primo Rinascimento coi suoi valori peculiari: la riscoperta dell'Antico, la realtà dell'uomo e della natura, la poesia del paesaggio, il racconto per immagini (Mantegna, Alvise Vivarini, Gentile Bellini, Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Carpaccio).
Il grande Cinquecento si aprirà con le seduzioni del colore 'tonale' tutto e solo veneziano, ma anche con intima introspezione psicologica (Giorgione, Tiziano, Savoldo, Lorenzo Lotto). Poi la pittura, impregnatasi di raffinato e talvolta potente 'manierismo' sugli esempi giunti da Roma, segnerà un particolare momento di gloria politica e d'immagine della Serenissima (Veronese, Tintoretto, Jacopo Bassano).
Le successive età del Barocco, del Rococò, fino alle soglie di un ritrovato classicismo attrarranno con irresistibili seduzioni di colore e luce (Sebastiano Ricci, Rosalba Carriera, Giambattista Piazzetta), ma anche di piacevole racconto (Pietro Longhi), fino alle 'messe in scena' del ‘mago del pennello' Giambattista Tiepolo. Non da meno sarà l’ammirata specialità veneziana della 'veduta', dominata in contrapposto dalla maestria scientifica di Canaletto e dall'estro poetico e lieve di Francesco Guardi, conviventi espressioni di illuministica razionalità ordinatrice e di inquieta sensibilità, in un mondo ormai mutato che, tramontata la Serenissima con le ragioni che per tanti secoli la fecero grande, così consegnava Venezia al mito perenne.

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